RIPASSI DI ADDIO

di Benito Regis

pagg. 80 - euro 10,00
cm 13x19
978-88-7495-481-0

Si sa che i «passi di addio» meritevoli di qualche attenzione sono in realtà dei «ripassi»: ritorni affettivi e conoscitivi sulle discontinuità che chiudono, per qualche aspetto, una stagione di vita e ne aprono altre, tutte da scoprire o riconoscere, in questo caso anzi da abitare.
Sì, perchè i versi di questa raccolta di Benito Regis nascono a margine a un banale quanto fastidioso cambio di residenza: da un vetusto e fatiscente palazzo mantovano di via Rubens a una restaurata casa condominiale di piazza Canonica San Pietro, proprio dietro al Duomo. Un evento che segna: la distanza in linea d’aria è poca cosa, non più di duecento metri, ma bastante a cambiare stabilmente un punto di osservazione consolidatosi negli anni e a sottrarti le costanti, o ritornanti, atmosfere di un quotidiano divenuto ormai paesaggio dell’anima. Da qui la spinta a raccogliere una serie di intuizioni sparse in un trittico a suo modo «esistenziale»: dove gli spunti narrativi fanno emergere non lievi domande di senso. Da dove a qui? Perché oggi invece che anni fa? Per quali sorprese o conferme? Per quale «terra promessa»? Domande non oziose né eccessive se il presupposto di fondo è che tutto avvenga all’interno di un grande, sconfinato disegno, misterioso e affidabile.
E qui, per intima esigenza, il trittico si allarga ai riscontri di tutta una vita, li ripercorre e riconosce con una chiarezza nuova, sorprendente e unificante nella tensione al «grande Amen» dove ogni cosa si illumina e ricompone.

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