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Quando il vescovo Ludovico Gonzaga villeggiava sul Po
La Villa Vescovile di Quingentole attrazione turistica di rilievo nel Mantovano. E' l’obiettivo del progetto del Distretto culturale Dominus promosso da Fondazione Cariplo.
La Villa Vescovile di Quingentole attrazione turistica di rilievo nel Mantovano. E' l’obiettivo del progetto del Distretto culturale Dominus promosso da Fondazione Cariplo e realizzato attraverso i Piani Integrati d'Area della Regione con il restauro del palazzo al costo di 2 milioni di euro. In corso sono i lavori al piano terra, incluso il recupero dell’area cortiliva e del teatro, ma è grande l’attesa per il recupero, al 1° piano, di 400 mq circa di affreschi sinora nascosti. Ne ha parlato il sindaco Alberto Manicardi martedì alla presentazione del volume “La Villa Vescovile di Quingentole”, edito da Sometti di Mantova. Alla serata sono intervenuti gli autori Alberto Giuseppe Berselli e Gianni Borghi che hanno illustrato il lavoro svolto, nato dalla volontà di approfondire un tema architettonico che la storiografia mantovana ha ignorato. La mancanza di informazioni fondate sull'origine e l'evoluzione della struttura, sulla validità e originalità dell'impianto, ha suggerito un'approfondita indagine archivistica che inaspettatamente ha rivelato preziose indicazioni. Di rilievo l’ipotesi che l’artefice del progetto sia Ermes Flavio de Boni da Padova, più volte citato in diversi documenti come ‘famigliare’ del vescovo Ludovico Gonzaga (1460-1511), colto collezionista di d’arte e mecenate del celebre bronzista Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico. I documenti relativi al grande giardino della villa, con due 'laberinti vegetali' all’epoca del cardinale Ercole Gonzaga (1505-1563) rivelano un’immagine inedita, ricca e complessa, della residenza. Verso la fine del '500 è documentata la presenza di Giuseppe Dattari, prefetto delle fabbriche ducali, voluto dal duca Vincenzo I. Si menziona l’ampio intervento di 'restauro' ad opera del vescovo Antonio Guidi di Bagno a metà del XVIII secolo e la costruzione della nuova chiesa sostenuta dal prelato. Un particolare studio ha richiesto l'apparato decorativo che documenta la presenza di Antonio Maria Viani, in qualità di pittore, nel 1593. Importante il ritrovamento nel 1987 di parti di 'architetture dipinte' nel vestibolo: affresco su disegno di Giulio Romano probabilmente eseguito dai suoi collaboratori intorno al 1546. Lo studio si pone come primo contributo per una piena operazione di recupero e valorizzazione di un importante monumento storico.
Roberta Bassoli (28 ottobre 2011)