di Vittorio Carreri
pagg. 112 - euro 13,00
f.to cm 17x24
978-88-7495-477-3
Verso la fine degli anni Sessanta - era il maggio del 1968 - inizia prepotentemente la rivoluzione dei costumi, un cambiamento epocale che modifica secoli di ordinarie consuetudini; le libertà personali, il modo di vivere e di pensare, anche le forme di divertimento e di svago: tutto cambia in gran parte del mondo, nelle comunità, nelle famiglie, negli individui.
Solo il sentimento amoroso sembra non essere del tutto travolto dall'onda: esso è ancora una forza piena di sorprese e imprevisti, indispensabile tuttavia per la crescita e il rinnovamento della società e delle generazioni.
Certo, gli anni trascorsi tra quelli del completamento della formazione culturale e civile di Vittorio Carreri (allievo di due autorità supreme, prima i Gesuiti poi il PCI) ed il momento attuale hanno visto verificarsi, nel nostro mondo, rivoluzioni politiche, culturali e di costume: la crisi dei valori tradizionali e dell’autorità genitoriale, l’evoluzione del concetto di fedeltà coniugale - con l’adulterio non più reato, la depenalizzazione dell’aborto, il divorzio, la crisi della famiglia patriarcale, la crisi della famiglia mononucleare, la libertà femminile, il sesso non più tabu, il sesso divenuto possibile anche per gli anziani. Cosa resta dell’amore? E delle sue coniugazioni? Amore e passione, amore e fedeltà, amore e stima, amore e indifferenza: non solo tra uomo e donna, ma tra cittadini e partiti, una crisi quest’ultima giunta ormai ad un passo dalla rottura definitiva, almeno in Italia. Eppure…
Eppure Carreri intravede il riscatto, il recupero dell’amore come valore attraverso la sua esperienza con i giovani, dimostrando che l’affetto ancora può saldarsi tra le generazioni al culmine dell’esistenza e quelle che appena vi si affacciano, così gli adolescenti alle prese con i primi richiami dell’altro sesso e con le prime prove dell’età adulta indicano che l’amore per l’”altra metà del cielo” e per la vita politica e civile possono ancora esistere e fiorire, in modo diverso: non più basato su un rapporto di sola passione o di indiscussa autorità, ma di stima, di solidarietà e di partecipazione.
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