di Gabriella Mantovani
Prezzo: euro 35,00 Pagine: 448 Formato: cm 23x30
La consapevolezza e l'appartenenza ad un territorio, ad una precisa area geografica fatta di località e persone, si sedimentano anche attraverso quelli che ne sono i tratti caratteristici: il passaggio dell'uomo nella storia lascia tracce che, nel tempo, diventano parte del nostro vissuto, della nostra personale allegorìa quotidiana. Nel Mantovano, come sappiamo, esistono molte testimonianze di questo tipo; una di queste è, senza dubbio, il castello di Castel d'Ario: fortificazione imponente e antichissima le cui origini storiche rimangono incerte, luogo simbolico non solo per la comunità casteldariese ma un po' per tutto il territorio virgiliano. D'altronde, Castel d'Ario stesso un luogo del cuore per i Mantovani: qui nacquero le leghe contadine di fine Ottocento e il mito di Tazio Nuvolari, da qui vengono il risotto alla mantovana e la secolare tradizione della Bigolàda. Tutto all'ombra del castello. Ecco quindi questo nuovo volume della collana Castra, che dopo gli appuntamenti collinari di Monzambano (Castrum de Monte Zambano) e Solferino (Il castello di Orazio Gonzaga) scende in pianura per raccontarci la lunga genesi storica di questo luogo, che si accompagna inevitabilmente alla storia del borgo. I documenti riportati ci raccontano la tipica storia di un castello di confine, centro di interessi politici ed ecclesiastici, dal Sacro Romano Impero agli Scaligeri, dai Bonacolsi ai Gonzaga: personaggi e famiglie che hanno scritto la storia del Medioevo e del Rinascimento italiano e che qui hanno lasciato tracce importanti del loro passaggio. E poi, il periodo napoleonico, il Risorgimento, il Novecento, fino ai recenti restauri.
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