a cura di Edgardo Azzi
Prezzo: euro 15,00 Pagine: 64 Formato: cm 21x21 A trent'anni dalla scomparsa, il paese di Dosolo ricorda con una mostra un concittadino illustre: Dino Falchi è stato pittore, uno dei tanti figli della Bassa che hanno fatto parte di un movimento, quello naif, che negli anni Sessanta e Settanta ha dominato la scena dell'arte contemporanea. La produzione di Falchi, a differenza di quanto accade per motli artisti naifs a lui contemporanei, non ha una scrittura, un linguaggio unico che attraversi il breve percorso artistico. Gli si attribuisce invece una certa elasticità, una capacità di adattarsi ripetutamente a tecniche e soggetti diversi. Con relativa disinvoltura Falchi accetta le sfide della pittura ad olio, del bulino, della pittura sotto vetro e si cimenta nella rappresentazione di soggetti popolari , urbani, rurali, ma anche sacri. Falchi forse non è stato risucchiato dagli ingranaggi del meccanismo mediatico che ha accompagnato il mondo naif. Il suo restarsene ai margini, forse per via di quella sua indole schiva e riservata, se da un lato lo ha in parte ostacolato nello sviluppare un segno distintivo maggiormente personale, dall'altro lato lo ha preservato dai meri interessi di mercato, consentendogli di coltivare la sua vera passione, la pittura, in maniera privata e assoluta, naif nel senso più puro del termine.
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